Presidio martedì 27 maggio sotto la Regione

AMAS-ER (Una storia diversa è possibile) chiama tutte e tutti al presidio martedì 27 maggio alle ore 9 sotto la Regione per chiedere una svolta nelle politiche ambientali e sociali
Il 26 ottobre dello scorso anno si tenne un’importante manifestazione regionale per affrontare l’urgenza dei temi che ci consegna la crisi climatica e per chiedere alla Regione una svolta profonda nelle proprie politiche ambientali e sociali. Più di un migliaio di persone, chiamate da diversi movimenti ambientalisti e sociali (Comitato Besta Bo, Cobas BO, Comitato contro ogni autonomia differenziata ER, Legambiente ER, Rete per l’Emergenza Climatica e Ambientale ER, Un altro Appennino è possibile, USI CIT BO, PR, RE e MO) sfilarono per le vie di Bologna per sostenere quegli obiettivi.

Quella data è significativa almeno per due ordini di motivi: il primo à che, da lì, si è sviluppata una convergenza più stabile e strutturata tra quei soggetti promotori e altri interessati a questo processo. Ciò ha portato, attraverso diverse successive assemblee, alla nascita di AMAS-ER Assemblea Movimenti Ambientalisti e Sociali Emilia-Romagna – Una storia diversa è possibile, una rete che intende muoversi contemporaneamente a livello territoriale e regionale in modo coordinato per dare ragioni e continuità alle lotte e alle vertenze che si sviluppano sulla base dell’impostazione sopra richiamata.

Il secondo è che la manifestazione del 26 ottobre ha messo a punto una vera e propria “piattaforma” che individua in modo preciso i punti su cui intendiamo portare avanti le nostre rivendicazioni: avviare l’uscita dall’economia del fossile; difesa, ripubblicizzazione ed estensione dei beni comuni; moratoria su tutte le opere che prevedono ulteriore consumo di suolo e, invece, avvio di un programma serio di riassetto idrogeologico e tutela del verde; cancellazione della legge regionale 24/2017 in tema di consumo di suolo e suo radicale ripensamento; moratoria e ridiscussione delle grandi opere stradali; tutela della montagna e stop definitivo a nuovi impianti a fune volti a sostenere lo sci; ridiscussione degli assetti aeroportuali; stop definitivo all’espansione degli allevamenti intensivi e avvio di un programma per la loro riduzione; approvazione delle proposte di legge regionale di iniziativa popolare promosse da RECA e Legambiente ER sui temi ambientali e di quella contro ogni autonomia differenziata, presentata dall’apposito Comitato; contrasto al decreto legge “Sicurezza”.
Dalla manifestazione del 26 ottobre siamo poi passati a svolgere la manifestazione nazionale a Ravenna del 12 aprile scorso contro il rigassificatore, il gasdotto Sestino-Minerbio e il CCS, contro l’economia del fossile.

Ora, a distanza di pochi mesi, e con la nuova Giunta regionale insediata, ci tocca constatare che i temi che abbiamo sollevato non sono stati affrontati; anzi, dove lo si è fatto, hanno avuto risposte ulteriormente peggiorative (con l’eccezione del passo in avanti compiuto contro l’autonomia differenziata) e senza sviluppare un confronto adeguato con le realtà che li hanno proposti.

In particolare, le proposte di legge di iniziativa popolare sui temi ambientali (acqua, rifiuti, energia, stop al consumo di suolo) e quella contro ogni autonomia differenziata languono nei cassetti delle Commissioni regionali, senza che si sia dato inizio al confronto sulle stesse; la legge regionale sulle aree idonee per l’installazione delle fonti rinnovabili sembra si muova in una logica del tutto insufficiente a prefigurare una transizione energetica utile nel contrastare il cambiamento climatico, ad affermare un reale ruolo di pianificazione degli Enti e delle comunità locali e a costruire un percorso effettivo di fuoriuscita dall’economia del fossile; le grandi opere in tema di mobilità, a partire dal Passante di Mezzo di Bologna e altre ancora, vengono rilanciate; gli interventi di taglio degli alberi e di aggressione nei confronti delle aree verdi si moltiplicano. Né si intravedono politiche in grado di dare risposte al degrado della montagna, al continuo avanzare del consumo di suolo, alla privatizzazione dei beni comuni, al dissesto idrogeologico, alla ridiscussione degli assetti aeroportuali, all’espansione degli allevamenti intensivi.
Tutto ciò avviene peraltro in un quadro in cui gli ultimi studi sui cambiamenti climatici stanno indicando che si sono attivati fenomeni che tendono a rendere ormai irreversibile il processo, per cui il tempo della necessaria transizione ecologica prima stimato in alcuni decenni oggi si riduce a pochi anni.

Sulla base di queste valutazioni, del fatto, cioè nelle scelte regionali non c’è traccia della svolta nelle politiche ambientali e sociali che invochiamo da tempo e non si sta producendo neanche un ascolto e un confronto sufficientemente strutturato sulle proposte che abbiamo elaborato, AMAS-ER Una storia diversa è possibile ha deciso di indire un presidio sotto la Regione Emilia-Romagna per martedì 27 maggio, dalle ore 9.

Saremo sotto la sede della Regione in quella data in concomitanza con lo svolgimento della seduta dell’Assemblea regionale. Chiediamo che la Giunta regionale, l’Assemblea e i consiglieri regionali si decidano, nelle forme che si riterranno opportune, a sviluppare momenti di incontro e confronto per poter discutere in modo approfondito delle istanze che avanziamo.

Nello stesso tempo, la nostra mobilitazione intende collegarsi anche alle battaglie aperte sul piano nazionale, per contrastare il decreto legge “Sicurezza” e contro il riarmo europeo deciso dalla Commissione Europea, gli 800 miliardi che significano entrare in una logica di economia di guerra e di attacco allo Stato sociale. In questo senso parteciperemo alla manifestazione nazionale del 31 maggio contro il DL “Sicurezza” e a quella indetta dalla coalizione Stop Rearm Europe contro il riarmo europeo e contro la guerra il 21 giugno. Difesa ed espansione della democrazia, affermazione della pace e conferma del ruolo delle tutele sociali costituiscono l’ambito entro il quale si possono mettere in campo anche politiche che guardano alla salvaguardia del pianeta e alla conversione ecologica.

Corrado Oddi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *