LA SVIZZERA DICE NO ALL’AMPLIAMENTO DELLE AUTOSTRADE

di Linda Maggiori

La Svizzera dice no all’ampliamento delle autostrade. Un grande esempio per la lotta No Passante e non solo!

Una pietra miliare per tutti i movimenti che lottano contro gli ampliamenti di autostrade e le grandi opere stradali. 
Ieri in un referendum federale, è stato bocciato (anche se sul filo del rasoio con solo il 52% dei voti) il progetto per ampliare di dimensioni 6 tratti autostradali, in tutto il territorio federale. 

L’obiettivo del Congresso Federale era quello di decongestionare e fluidificare il traffico. Motivazione addotta anche dai “nostri” governanti per ampliare il “Passante di Mezzo” a Bologna, oppure creare nuove strade, tangenziali e autostrade in tutta Italia. Ma se da noi la gente non ha voce in capitolo su queste grandi opere, la democrazia partecipata è solo una farsa, le assemblee cittadine vengono ignorate e le manifestazioni represse, in Svizzera questi progetti passano al vaglio referendario.

Le motivazioni del comitato referendario, (formato da oltre 50 associazioni, comitati e partiti tra cui ATA associazione traffico e ambiente, UmverkehR e i Verdi), ribadiscono concetti fondamentali, da tempo ripetuti anche dai movimenti italiani. Le ritroviamo negli opuscoli distribuiti ai cittadini: ogni cittadino infatti prima del voto riceve a casa opuscoli informativi  dove sono spiegate le motivazioni del no e del sì, ognuna con lo stesso spazio e redatte dalle rispettive parti!

In primo luogo si sottolinea il costo esorbitante e lo spreco di denaro.

L’ampliamento delle autostrade costerebbe circa 5 miliardi di franchi (1 franco=1,07 euro), finanziato attraverso il Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato, ai quali si aggiungeranno poi centinaia di milioni per i lavori di manutenzione e riparazione. Oltre la metà di questi soldi è destinata all’ampliamento delle autostrade nei Cantoni di Ginevra e Basilea Città, dove incentiva il traffico stradale”. 

 Per fare un raffronto, il costo del Passante di Mezzo è lievitato negli ultimi anni a 3,6 miliardi di euro e si tratta di una sola opera (non sei come in Svizzera). Inoltre in Svizzera la vita e i costi sono più alti. Questo a dimostrare come il costo del Passante sia spropositato anche rispetto a progetti simili in Svizzera (rigettati dal popolo per il costo esorbitante).

Ma andiamo avanti con le motivazioni del referendum:

“(l’ampliamento) non permetterà del resto di risolvere i problemi attuali: l’esperienza e gli studi condotti dimostrano infatti che gli ampliamenti non fanno altro che incrementare il traffico e provocare più code, più inquinamento, più rumore e più emissioni di CO2. È ora di affrontare la questione del traffico in modo ragionevole e sostenibile”.

E poi ancora: “Tenuto conto della crisi climatica in atto, una simile politica è del tutto insostenibile.

I progetti di ampliamento divoreranno 400 000 m2 di terreni coltivabili e spazi verdi – buona parte dei quali è costituita da preziose superfici per l’avvicendamento delle colture e da aree boschive. Nel corso delle varie fasi dei lavori il suolo perso avrà una superficie di dimensioni notevolmente maggiori. L’incremento della capacità delle autostrade favorirà inoltre la dispersione degli insediamenti, determinando un ulteriore aumento delle superfici asfaltate nel nostro Paese”.

All’eterna giustificazione della fluidificazione del traffico il comitato risponde:

L’ampliamento delle autostrade permette di decongestionarle soltanto per un breve periodo. A medio termine provoca infatti un aumento del traffico: nel giro di qualche anno si formeranno perciò nuove code. Più traffico vuol dire anche più rumore. Già oggi, nel nostro Paese, circa un milione di persone è esposto a livelli di rumore eccessivi e nocivi per la salute. Se il numero di queste persone aumenta, sarà la collettività a subirne le conseguenze, sia a causa dell’aumento delle spese sanitarie, sia per i costi dovuti al necessario risanamento fonico delle strade”.

La qualità dell’aria in Svizzera è molto migliore che nella pianura padana, anche per la conformazione del territorio, quindi ancora più grave sono i progetti imposti nelle regioni della val padana.

Per quanto riguarda le emissioni climalteranti il Comitato sottolinea: “L’ampliamento delle autostrade determinerà inoltre un aumento delle emissioni di gas di scarico provocate dal traffico stradale, già oggi principale responsabile delle emissioni di CO2 in Svizzera. Date le grandi quantità di cemento e acciaio utilizzate, la sola fase di costruzione causerà peraltro enormi emissioni di CO2”. 

Questo dato di CO2 nella costruzione e nei cantieri è veramente importante, perché spesso sottaciuto nelle stime del calcolo delle emissioni. Cosa accaduta per il Passante di mezzo dove Autostrade ha calcolato solo le emissioni delle auto e non della sua costruzione. Quindi anche le compensazioni previste (semmai si faranno) sono insufficienti. 

Oltre agli abitanti delle aree interessate, anche vari Comuni svizzeri si sono opposti ai progetti di ampliamento, perché hanno capito che sarebbero stati sommersi da un’ondata supplementare di traffico.
I nostri comuni cosa dicono invece? 

Thomas Ruckstuhl, vicepresidente dell’ATA commenta così la decisione del referendum: «Questo voto dev’essere inteso dal Dipartimento dei trasporti come un invito a promuovere finalmente in modo attivo la svolta nel settore dei trasporti e a dare la priorità ai mezzi pubblici. La popolazione ha detto chiaramente che un’espansione sfrenata del traffico automobilistico non è la soluzione. I nuovi progetti sovradimensionati non sono sostenibili per il futuro, né condivisi. Servono invece investimenti nei trasporti pubblici e a favore di percorsi ciclabili sicuri».

La Svizzera, dove il trasporto pubblico funziona in modo efficiente e capillare (anni luce dall’Italia), si sta iniziando a discutere di tagli ai fondi. Le associazioni chiedono di tagliare invece i fondi per strade e autostrade.  L’ATA chiede che il Fondo per le strade nazionali (FOSTRA) dia la priorità alla manutenzione e non possa finanziare alla costruzione di nuove strade o il loro ampliamento.

“L’obiettivo di una politica dei trasporti orientata al futuro è quello di consentire a un maggior numero possibile di persone di passare dall’auto al trasporto pubblico o alla bici. Solo così si libereranno spazi e ne saranno beneficiati anche coloro che sono obbligati a utilizzare l’autostrada”.

Insomma il successo del No Autostrade in Svizzera è una grande lezione, un grande esempio, una motivazione in più per lottare con determinazione contro i nostrani progetti di ampliamento autostradali, dannosi, inutili e costosi. Perché in Italia, dove i trasporti pubblici sono al palo, sprecare miliardi su tangenziali e passanti è ancora più grave che in Svizzera.

1 Comment

  • Castiglioni Maria Enrica

    Bravi, bravissimi, complimenti, avanti così, siete un grande esempio per l’Italia. GRAZIE!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *