La raccolta degli atti del convegno di febbraio

UNA DISCUSSIONE IMPORTANTE.

GLI ATTI DEL CONVEGNO DI RECA DEL 17-18 FEBBRAIO SCORSO SUL “MODELLO EMILIANO” E LE SUE CRITICITA’ ECONOMICO-SOCIALI E AMBIENTALI”

Dopo un lavoro non breve, siamo riusciti a raccogliere gli atti del convegno promosso da RECA il 17-18 febbraio scorso a Bologna, già molto eloquente nel titolo “ La crisi del modello neoliberista, tra disastri ambientali e criticità economico-sociali: il caso dell’Emilia-Romagna”.

Abbiamo voluto quest’importante elemento di riflessione, con un contributo rilevante di esperti dei temi ambientali, di intellettuali che si sono cimentati con le questioni economico-sociali e anche con gli attivisti che, in questi ultimi anni, si sono impegnati su entrambi questi versanti (vedi gli atti del convegno al link https://www.recaemiliaromagna.it/wp-content/uploads/2024/07/ATTI-CONVEGNO-RECA-17-18-FEBBRAIO-2024.pdf), partendo dall’idea di smontare una tesi, che è andata per la maggiore per molto tempo, che approcciava in modo sbagliato la relazione tra la situazione economico-sociale della nostra regione e quella che si registra sul terreno ambientale.

E cioè che la regione Emilia-Romagna si caratterizzava per elevati livelli di benessere, alta crescita economica e dell’occupazione, tutele sociali forti e diffuse, ma che tutto ciò si “pagava” con l’esternalità negativa di aggressione e anche degrado ambientale. Nè è del tutto convincente l’impostazione per cui, per non isolare la questione ambientale, diventava fondamentamentale associare alla giustizia climatica la giustizia sociale, cosa in sé sacrosanta, ma che rischiava di rimanere ancora troppo alla superficie del problema.

In realtà, la tesi di fondo che ci ha mosso, e che abbiamo appunto voluto indagare con la discussione del convegno, è che esiste un nesso profondo tra il modello di crescita economica, il tessuto produttivo e sociale che ne è sotteso e le pesanti e negative ricadute ambientali che ne derivano. Insomma, non un modello economico-sociale positivo che aveva il suo lato oscuto, con cui alla fine bisognava convivere, ma tutto un sistema economico-sociale-ambientale che risponde sempre meno alle esigenze e agli interessi generali della popolazione, e, in particolare, delle classi più povere e disagiate. Un modello che è andato sempre più distanziandosi dai “fasti” del “modello emiliano-romagnolo” affermato dalla fine del dopoguerra del secolo scorso fino alla fine degli anni ‘70 ( per chi volesse approfondire può leggere il testo di Corrado Oddi, uscito sul n.72 della rivista Alternative per il socialismo “ La parabola discendente del modello emiliano-romagnolo” al seguente link https://drive.google.com/file/d/1ccaiebb2j6jq2vXaJNhdRjGUQvBh_Fo8/view ). Oggi si è approdati, nella nostra regione, ad un sistema economico-sociale-ambientale che può essere definito come una variante del pensiero e della pratica neoliberista, certamente maggiormente capace di inclusione e protezione sociale (anche se ormai più come eredità del passato che come tratto interno all’attuale modello), ma che è pienamente inscritto nel paradigma e negli assi di fondo del neoliberismo. Non si può descrivere diversamente una situazione per cui, in questi anni, è aumentato anche qui il processo di finanziarizzazione dell’economia, è cresciuto il lavoro povero e di bassa qualità, si è andati verso la privatizzazione di beni comuni fondamentali, non solo l’acqua e i rifiuti, ma progressivamente anche la sanità, da sempre presentata come “fiore all’occhiello” delle politiche regionali, si consumano sempre più le materie naturali, vengono scaricati i costi di un tessuto produttivo energivoro sull’ambiente.

Il convegno, poi, non ha avuto solo l’obiettivo di costruire una possibile base teorica – e ovviamente già questo non è poco e non è ancora del tutto compiuto- a chi lavora per arrivare ad una svolta alternativa nelle politiche regionali. L’altra leva che ci ha mosso per costruirlo è stata quella di fornire anche un terreno di lavoro concreto per l’iniziativa sociale dei movimenti e delle realtà sociali in Emilia-Romagna. Che è poi il percorso che ha compiuto RECA (Rete per l’Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna) in questi anni. Nata subito all’indomani della costituzione della giunta Bonaccini nel 2020, RECA ha partecipato al confronto con la Giunta regionale sul Patto per il lavoro e il clima promosso dalla stessa, decidendo di non sottoscriverlo, a partire dalle evidenti contraddizioni tra intenzioni, più o meno buone, annunciate e politiche concrete praticate; ha costruito il proprio Patto per il clima e il lavoro, con un’inversione linguistica non casuale; ha promosso, assieme a Legambiente regionale, 4 proposte di legge di iniziativa popolare regionale, sottoscritte da più di 7000 cittadini, in tema di acqua, rifiuti, energia e consumo di suolo; ha elaborato documenti importanti sulle questioni degli allevamenti intensivi e della mobilità ( tutti materiali reperibili sul sito https://www.recaemiliaromagna.it/ sotto la voce Il bello della Rete); ha promosso e partecipato alle mobilitazioni e alle vertenze più rilevanti prodotte in regione, dal contrasto al rigassificatore di Ravenna all’opposizione al Passante di Mezzo di Bologna.

Insomma, un itinerario che è avanzato mettendo insieme conflitto rispetto alle impostazioni sbagliate delle politiche regionali e proposta per costruire scelte alternative, anche dotate di una solida base teorica sia rispetto alle singole questioni affrontate sia nel delineare un orizzonte generale. E che può servire per costruire le necessaria convergenze per tutti i movimenti e le realtà sociali che intendono modificare nel profondo i paradigmi produttivi, sociali e ambientali finora dominanti anche in Emilia-Romagna.

Anche per questo pensiamo sia stato utile produrre l’appuntamento di riflessione del 17-18 febbraio scorso e oggi offrire gli atti della discussione compiuta, con la consapevolezza che c’è ancora un bel cammino da percorrere per affermare i nostri obiettivi. Ma dai quali non demordiamo e, anzi, ci sentiamo incoraggiati a continuare a perseguirli, guardando alla necessità e all’urgenza di farlo.

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