25 GENNAIO ASSEMBLEA REGIONALE MOVIMENTI AMBENTALISTI
Le riflessioni che svolgiamo di seguito intendono proporre alcuni spunti e piste di lavoro per aiutare la discussione che vogliamo produrre con l’assemblea regionale dei movimenti ambientalisti e sociali del 25 gennaio.
Partiamo da una valutazione della manifestazione del 26 ottobre scorso.
A noi sembra sia stato un appuntamento importante e riuscito. Intanto per la partecipazione, tutt’altro che scontata e invece significativa rispetto ad una situazione generale che non induce di per sé alla mobilitazione sociale. Poi, la piattaforma e i contenuti che abbiamo fatto vivere in quella giornata sono stati senz’altro qualificanti: abbiamo parlato di avviare l’uscita dall’economia del fossile, di difesa, ripubblicizzazione ed estensione dei beni comuni, di una moratoria su tutte le opere che prevedono ulteriore consumo di suolo, di cancellazione della legge regionale urbanistica 24/2017 e della sua radicale rivisitazione approvando la legge di iniziativa popolare in materia; della moratoria e ridiscussione delle grandi opere stradali in rapporto ad un’idea alternativa di mobilità. E ancora, di fermare nuovi impianti a fune volti a incrementare i comprensori sciistici da discesa, di ridiscussione degli assetti aeroportuali e di impedire l’espansione degli allevamenti intensivi e di un programma per il loro superamento. Abbiamo fatto riferimento alla necessità di approvare le 4 leggi di iniziativa popolare regionale promosse da RECA ER e Legambiente ER e sottoscritte da più di 7000 cittadini emiliano romagnoli in tema di acqua, rifiuti, energia e stop al consumo di suolo e, in più, anche alla necessità di contrastare e far ritirare il ddl 1660 “sicurezza”.
Infine, la manifestazione, sin dalla sua preparazione, ci ha consentito di rafforzare la convergenza tra le varie lotte e i vari soggetti che le animano, punto che consideriamo fondamentale per il nostro obiettivo, che rimane quello di cambiare radicalmente le politiche regionali sui temi ambientali e sociali e il modello produttivo e sociale che le sostiene.
Con l’assemblea del 25 gennaio vorremmo compiere un passo ulteriore in questa direzione. Pensiamo serva una riflessione collettiva sia per rafforzare il processo di convergenza tra i soggetti ambientalisti e sociali che per mettere ulteriormente a punto i contenuti su cui vogliamo muoverci nel prossimo futuro. Muovendoci in quest’ottica, questo testo non si prefigge di fornire risposte precostituite alle questioni che si tratta di affrontare, quanto di offrire alcuni punti di riferimento per la discussione da svolgere nell’assemblea regionale. Essa, ovviamente, servirà per socializzare le esperienze e le vertenze che sono in corso nei vari territori della regione, ma pensiamo debba ragionare e interrogarsi su almeno tre ordini di questioni:
1) come connettere le tante vertenze che si sviluppano nei territori. Siamo infatti in presenza dello svilupparsi di numerosi conflitti sui temi ambientali nei vari territori, che però rischiano di rimanere isolate o circoscritte in ambiti limitati. Pensiamo alle vicende in corso in tante città per difendere e tutelare il verde o a quelle che riguardano il contrasto al consumo di suolo o, ancora, per opporsi a impianti fortemente impattanti dal punto di vista ambientale e sbagliati rispetto alla transizione ecologica. Ci appare fondamentale una corretta gestione del territorio in termini di revisione dell’urbanizzazione in funzione dei rischi idrogeologici ed ecosistemici e di stop netto al proliferare di nuove aree urbanizzate che portano con sé ulteriori problematiche anche sul piano dei trasporti e della logistica. Come riusciamo a costruire legami e nessi tra queste varie situazioni, farle raggiungere una massa critica perché abbiano sul serio possibilità di incidere e contare?
2) se e come è possibile individuare alcune vertenze emblematiche che possono unificare tutte le realtà ambientaliste e diventare obiettivi in cui tutt* possano riconoscersi. Non è difficile vedere come alcune vicende che sono emerse in questi anni hanno catalizzato l’attenzione generale e sono diventate patrimonio comune delle varie realtà ambientaliste: basta pensare alle vertenze per contrastare il Passante di mezzo a Bologna o il rigassificatore a Ravenna. È ragionevole pensare di convergere collettivamente su queste o altre vicende che possono diventare paradigmatiche per le idee che vogliamo affermare e, soprattutto, farlo in modo consapevole e definito? Possiamo ragionare sul fatto che alcuni punti di conflitto diventino sul serio vertenze regionali?
3) come costruiamo un orizzonte comune e una serie di proposte alternative rispetto alle politiche regionali e locali. Non c’è dubbio che questo terreno, quello cioè della messa a punto di proposte alternative, che sappiano prefigurare un’altra idea di modello ambientale, sociale e produttivo, costituisca l’altra gamba per far avanzare la nostra impostazione. Vertenze nei territori e capacità di proposta sono due facce della stessa medaglia del nostro lavoro. Su quest’ultimo aspetto, ad esempio, le 4 proposte di legge di iniziativa popolare in tema di acqua, rifiuti, stop al consumo promosse da RECA e Legambiente, sottoscritte da più di 7000 cittadini emiliano-romagnoli e che attendono ancora di essere discusse dall’Assemblea regionale (ma anche quella per fermare ogni processo che guarda all’autonomia differenziata promossa dal Comitato contro ogni autonomia differenziata) possono rappresentare un buon punto di riferimento. Ciò non toglie che esse e anche la nostra iniziativa nei confronti di altri progetti regionali su punti fondamentali (Piano energetico regionale, Piano dei rifiuti regionali, Piano regionale integrato dei trasporti a altro ancora) non possono essere lasciati all’impegno di alcune Associazioni o, peggio, ad alcuni “esperti” del tema.
Come facciamo a far sì che l’elaborazione di proposte di carattere generale non rimangano un ragionamento astratto, ma si connettano con le vertenze e i conflitti in atto e diventino terreno di iniziativa di tutt*?
Insomma, sulla base di questi spunti, in particolare dei 3 sopra evidenziati, vorremmo fare dell’assemblea regionale un momento vero di approfondimento e di rilancio del nostro impegno, non un dibattito generico, ma un appuntamento produttivo di idee e iniziativa.
A tutt* noi il compito di provare a realizzarlo.
Comitato Besta Bo
Cobas BO
Comitato contro ogni autonomia differenziata ER
Legambiente ER
Rete per l’Emergenza Climatica e Ambientale ER
Un altro Appennino È possibile
USI CIT BO, PR, RE e MO
PER UNA MOBILITAZIONE PERMANENTE SUI TEMI AMBIENTALI
SABATO 25 GENNAIO ore 9,30 – 17
Bologna – Centro Costa – via Azzo Gardino, 44
Mettiamo insieme i movimenti ambientalisti (e non solo) della regione per:
- uscire dall’economia del fossile
- difesa, ripubblicizzazione ed estensione dei beni comuni
- moratoria su tutte le opere che prevedono ulteriore consumo di suolo, rigenerazione degli edifici esistenti e messa in atto di un forte progetto di riassetto idrogeologico
- cancellazione della legge regionale 24/2017 in tema di consumo di suolo pubblico e privato e sua rivisitazione radicale approvando la legge di iniziativa popolare in materia
- moratoria e ridiscussione delle grandi opere stradali in connessione con il forte rilancio del trasporto collettivo e della mobilità ciclabile e pedonale
- stop definitivo a nuovi impianti a fune volti a sostenere lo sci da discesa e tutela della montagna
- ridiscussione degli assetti aeroportuali e della gestione del traffico ad essi connesso
- stop definitivo all’espansione degli allevamenti intensivi e programma per il loro superamento; incentivo alle filiere produttive bio e kmzero
- approvazione delle proposte di legge di iniziativa popolare regionale in materia ambientale
- per la coesione sociale e territoriale, contro ogni autonomia differenziata e la legge Calderoli e per sostenere il probabile referendum per abrogarla integralmente
- contro il DDL “sicurezza”, la svolta repressiva e l’economia di guerra
Promotori:
Comitato Besta BO
Comitato contro ogni autonomia differenziata ER
Confederazione Cobas BO
Legambiente ER
Rete Emergenza e Climatica Ambientale ER
Un altro Appennino è possibile
USI-CIT BO, MO, PR e RE
INFO LOGISTICHE
DALLA STAZIONE:
10 minuti a piedi oppure prendere il bus 33, scendendo poi alla terza fermata a Porta Lame
DALL’AUTOSTRADA:
prendere la tangenziale, uscita 5 Lame
PARCHEGGI:
parcheggio a pagamento RIVA RENO | APCOA,Via Azzo Gardino, 61b, Via del Rondone, 2
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