La nostra lettera aperta a Elly Schlein, neosegretaria del Partito Democratico

Gentile Elly Schlein,
siamo il Coordinamento della Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell’Emilia Romagna.

Le inviamo le nostre congratulazioni per il risultato ottenuto, e i nostri migliori auguri per il nuovo ruolo che ora ricopre e il nuovo percorso che si appresta a compiere. Di più, vogliamo testimoniarLe la nostra vicinanza rispetto ai tanti commenti a dir poco spiacevoli che in questi giorni Le sono stati rivolti da una parte del mondo politico e mediatico.

Vogliamo tuttavia rivolgerci a Lei con la massima sincerità e con spirito costruttivo, per avviare un confronto nel segno della chiarezza dei contenuti. Se infatti non può che farci piacere l’elezione alla massima carica del principale partito d’opposizione di una donna, che ha fatto dei temi ecologici e della crisi climatica uno degli assi portanti della propria campagna elettorale, non Le nascondiamo le nostre perplessità derivanti dalla dettagliata conoscenza del periodo in cui Lei ha ricoperto la carica di Vicepresidente della Regione Emilia- Romagna.

un punto di partenza assai importante, secondo noi, sarebbe il Suo appoggio alle quattro proposte di legge regionali di iniziativa popolare che la nostra Rete, insieme a Legambiente Emilia-Romagna, ha presentato nel corso del 2022, e che ora si trovano ad affrontare l’iter istituzionale.

La Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell’Emilia-Romagna raggruppa circa ottanta realtà ambientaliste della nostra regione, radicate in tutto il territorio, e come Lei senz’altro ricorda, alcuni anni fa ci confrontammo a lungo sulla discussione del “patto per il lavoro e per il clima”. Alla fine del percorso decidemmo di non firmare quel documento, giudicandolo insufficiente rispetto alla gravità della situazione e non in grado di imprimere quel cambio di passo che sarebbe necessario nelle politiche ambientali.

A distanza di due anni dobbiamo, purtroppo, constatare di aver avuto ragione, dal momento che la Regione, come per altro il Paese nel suo insieme, non ha compiuto le scelte che sarebbero state auspicabili. Ed anzi, rispetto ai contenuti dello stesso “patto”, sono stati modificati al ribasso alcuni degli obiettivi, che – pur insufficienti – vi erano contenuti.
Il Governo nazionale, partendo dalle scelte negative di quello precedente e peggiorandole ulteriormente, sta compiendo scelte gravi, che andranno a peggiorare la situazione ambientale e sociale.
Ma va ribadito che nella nostra e Sua regione, queste scelte in buona parte si sostengono anche sul consenso e l’attiva partecipazione del Governo regionale e di molte amministrazioni locali. Ci riferiamo soprattutto:

      • alle decisioni nel campo energetico, che prevedono un massiccio potenziamento di tutte le strutture legate alle fonti fossili (dall’estensione delle trivellazioni, all’imminente arrivo dei rigassificatori, alla realizzazione del nuovo gasdotto della “Linea Adriatica”, all’impianto di stoccaggio dell’anidride carbonica)


      • alla scelta di procedere ad un ulteriore e pesantissimo incremento del consumo di suolo, correlato soprattutto alla realizzazione di infrastrutture logistiche e commerciali legate ad un modello sociale ed economico distruttivo, iperconsumista e anacronistico, e all’esagerato potenziamento di strutture stradali e autostradali – prima fra tutte il passante di Bologna – che porteranno ad un grave incremento del traffico veicolare e un severo aggravamento delle emissioni; il tutto accompagnato dalla grave attuale tendenza all’abbattimento di un gran numero di alberi, che solo in parte e in tempi lunghissimi sarà compensato dalla messa a dimora di nuove piante


      • ad una politica dei rifiuti sostanzialmente rinunciataria nell’obiettivo di ridurne a monte la quantità e massimizzare il riutilizzo e il riciclo, e alla debolezza nel contrasto all’invadenza delle plastiche


      • alla mancanza di decisioni efficaci nel cercare di ridurre l’entità e l’impatto degli allevamenti intensivi e proporre modelli agro-zootecnici diversi


      • alla timidezza delle politiche di implementazione e diversificazione del trasporto pubblico locale e di promozione della mobilità sostenibile


      • alla sostanziale rinuncia a perseguire la strada della ripubblicizzazione dei beni comuni, in spregio alla stessa volontà popolare espressa nel referendum del 2011, con la vergognosa decisione di prolungare tutte le concessioni del servizio idrico fino alla fine del 2027.


Sappiamo bene che il ruolo di Segretaria del Partito Democratico non Le attribuisce automaticamente poteri decisionali su tali questioni. Nel suo nuovo ruolo, però, pensiamo dovrà contrastare con forza le politiche negative e regressive del governo di destra, anche in tema di politiche ambientali ed energetiche. Lo diciamo partendo dalla consapevolezza, che pensiamo sia anche Sua, che il governo Meloni ha sostanzialmente l’idea di abbandonare nei fatti ogni scelta che guarda alla transizione ecologica basata sul ricorso alle fonti rinnovabili, per rilanciare l’economia del fossile, promuovendo i nuovi rigassificatori, rilanciando le estrazioni di gas e petrolio, annunciando di fare dell’Italia, nel nuovo contesto geopolitico, l’hub del gas per l’Europa. Anzi, c’è ancora di più: modificando in modo tranciante le norme relative al Superbonus, mettendo in campo un’opposizione scriteriata alle annunciate norme dell’Unione Europea in materia di efficientamento energetico negli edifici e di blocco delle produzioni di autovetture diesel e a benzina dal 2035, non prevedendo incentivi adeguati per favorire la transizione energetica e confermando, invece, quelli relativi alle fonti fossili, si punta a creare una contrapposizione tra la scelta della transizione ecologica e le condizioni di vita e di reddito di molti ceti, a partire da quelli popolari e a basso reddito.

Ora, per contrastare tutto ciò serve la messa a punto di una politica ambientale ed economica complessivamente alternativa, che, però, per essere credibile, ha bisogno di mettere in discussione orientamenti e scelte avanzate anche dal Pd, dove ha responsabilità di governo, come nella Regione Emilia-Romagna.

Sappiamo che tutto ciò non si realizza da un giorno all’altro, ma un punto di partenza assai importante, secondo noi, sarebbe il Suo appoggio alle quattro proposte di legge regionali di iniziativa popolare che la nostra Rete, insieme a Legambiente Emilia-Romagna, ha presentato nel corso del 2022, e che ora si trovano ad affrontare l’iter istituzionale.

E l’altro versante sul quale sarebbe fondamentale trovare punti di incontro, è quello del rapporto positivo con la società civile e con i movimenti che si mobilitano in difesa dell’ambiente e del futuro delle nuove generazioni.
In questo senso, Le chiediamo di esprimere attivamente solidarietà alla manifestazione nazionale che si terrà a Piombino sabato 11 marzo perché si imbocchi con decisione la strada della fuoriuscita dal dominio delle fonti fossili.

In attesa di un Suo cortese riscontro, e confidando nella Sua volontà di stabilire un rapporto stabile e costruttivo, Le inviamo cordiali saluti.

Il Coordinamento della Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell’Emilia-Romagna
3 marzo 2023

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