Abbiamo deciso di promuovere questo convegno, un importante momento di riflessione collettiva, perché ci appare fondamentale produrre e consolidare un pensiero lungo e strutturato sulle dinamiche economiche, sociali e ambientali che riguardano, in primo luogo, la nostra regione.
Non è più credibile continuare, come fa il Presidente della Regione, a magnificare la bontàdel “modello emiliano-romagnolo”, da prendere a riferimento anche per gli altri territori. Né è sufficiente – se mai lo è stato – evidenziare come questo modello produca
impatti pesanti dal punto di vista ecologico e ambientale e sulla stessa salute delle persone. La stessa connessione tra giustizia climatica e giustizia sociale rischia di diventare un approccio semplicistico e, alla fine, privo di una capacità effettiva di leggere (e contrastare) i processi in atto anche in Emilia-Romagna.
Pensiamo, invece, sia fondamentale mettere in chiaro come tutte le scelte di politica economica, sociale e ambientale siano strettamente connesse. Come esse si inquadrano dentro
il pensiero unico e la pratica del neoliberismo, rispetto al quale il “modello emiliano-romagnolo” può prestare maggiore attenzione ad alcuni tratti di solidarietà ed inclusione sociale, ma che, tuttavia rimane inscritto in quel paradigma e ne è tutt’al più una variante. Neoliberismo che, peraltro, oggi attraversa una
crisi strutturale,
che non implica certamente un suo possibile ripensamento in termini positivi, ma che, senz’altro, fa sempre più fatica a riproporre la sua logica di “crescita infinita”, fondata su produttivismo ed estrattivismo, il primato del mercato e della finanza, la subordinazione ad essi delle questioni ambientali e della conversione ecologica, la privatizzazione dei beni comuni.
Questa riflessione di fondo, che vogliamo approfondire nello svolgimento del convegno, anche con apposite sessioni di lavoro, può diventare anche la leva e il terreno comune su cui costruire convergenze importanti, al di là di occasioni specifiche che rischiano di risultare fragili, per tutti i movimenti e le realtà sociali che sono convinte che occorre progettare un nuovo a alternativo modello produttivo, sociale e ambientale, anche nella nostra regione. E che non c’è molto tempo per farlo
Organizzato con la collaborazione di Osservatorio Urbano Bologna e D-i-ritti alla città