Il tema del rapporto e della convivenza uomo animale è, nella nostra società, esperienza comune.
Molti hanno un animale con cui convivono, tutti conoscono qualcuno che convive con un animale.
Gli animali affascinano l’uomo fin da bambini e, fin dalla preistoria, gli animali accompagnano in svariati modi, l’uomo nel suo cammino.
La nostra epoca, tuttavia, ha creato una distorsione in questa relazione. Degli animali ai quali dobbiamo molto nella nostra civiltà ci viene nascosto il destino sterilizzando la relazione, rendendola indifferente. Non conosciamo la vita dell’animale che ci protegge i piedi con le scarpe, che ci tiene su i pantaloni con una cintura, che ci diverte in un circo, che ci incuriosisce in uno zoo, che ci alimenta in un piatto.
Questi nascondimenti hanno svariate ragioni ma una è loro comune, se sapessimo, quel business che ghettizza gli animali per devastare i loro spazi vitali rendendoli schiavi, facendoli ammalare, impedendo loro di esprimere i loro normali comportamenti, travisandone la natura, non esisterebbe, si opporrebbe il ribrezzo delle nostre coscienze.
Tuttavia, la consapevolezza di molta società civile, in tutto il mondo, sta squarciando questa spessa cortina di omertà cambiando lo stato delle cose.

La consapevolezza che nasce dall’empatia nei confronti degli animali oggi viene affiancata da quella della necessità di tutela degli ecosistemi, non solo a salvaguardia della bellezza e unicità del nostro pianeta, ma anche della salute dell’uomo. Cresce infatti la consapevolezza della portata del legame tra salute dell’uomo e salute dell’ambiente espressa dal concetto di One Health.
Il nascondimento degli animali di cui ci nutriamo si chiama Allevamento intensivo.
RECA vuole in questa pagina raccontare di questo nascondimento.
[immagine One Health: https://lecopost.it/wp-content/uploads/2022/03/Schema-approccio-One-Health-1024×979.png]

L’allevamento intensivo racchiude in sé molti problemi.
L’allevamento intensivo colpisce l’immaginario, in primo luogo, per le condizioni di vita degli animali ma come un Idra, un mostro a più teste, genera moltissimi danni.
A lui si deve parte del cambiamento climatico, dell’inquinamento delle acque, della perdita di fertilità della terra, del massacro della biodiversità, dei danni alla salute umana e delle migrazioni climatiche.
Partendo dalla ricerca della definizione di allevamenti, intensivi e non, cercando di capire il loro collegamento con l’agricoltura, illustrandone i danni, documentandoli da fonti certe, passando dal valutare quale sia una sana alimentazione, quali le produzioni utili (intensivo, biologico, estensivo) alla copertura dei fabbisogni umani nel rispetto di tutte le popolazioni del mondo e del benessere, quello etologico, dell’animale per arrivare a quali siano le potenzialità dell’intervento nello specifico settore, dei cittadini, nel far rispettare, conoscendole le leggi esistenti e nell’auspicarne altre a copertura di eventuali carenze, RecaER si propone di fornire con quest’iniziativa una cornice di orientamento in questo mondo degli animali allevati per le loro produzioni principalmente alimentari (ma non solo, si pensi agli animali allevati per la loro pelle o la loro pelliccia piuttosto che per la ricerca sperimentale o altri scopi) attraverso articoli, recensioni, eventi, riferimenti utili.
I criteri saranno quelli della documentazione rigorosa e reperibile che possa diventare strumento adatto a consentire a tutti di avere una visione generale dell’argomento, di potersi confrontare e scegliere sia in merito ai propri comportamenti individuali che, eventualmente in merito al proprio impego civile.
In questa pagina RECA tenterà di fornire non solo un quadro di riferimento per chi volesse iniziare a conoscere il problema ma anche gli strumenti per affrontarlo.